Esordisce filmando l'opera teatrale Cristo '63 di Carmelo Bene che però viene censurata e la registrazione, sequestrata dalla polizia, è da considerarsi perduta. Tra le sue opere principali si ricordano Verifica incerta (1964, con Gianfranco Baruchello), film di montaggio che scompone celebri film hollywoodiani suscitando l'entusiasmo di Man Ray, John Cage, Marcel Duchamp e Max Ernst; In viaggio con Patrizia (iniziato nel 1965), viaggio nella poesia fonetica di Patrizia Vicinelli con musiche di Paolo Fresu nella versione postuma presentata al Festival del cinema di Roma nel 2007. No stop grammatica (1967), evento di 12 ore con una colonna sonora di pezzi di pellicola magnetica distribuiti tra la folla e poi rimontati; Non soffiare nel narghilè (1970), girato nella comune hippy di Terrasini; Anna (1975, co-regia di Massimo Sarchielli), forse la più celebre delle sue opere, realizzata con il primo videoregistratore portatile open reel da un quarto di pollice arrivato in Italia e presentata nel 1975 al Festival di Berlino, alla Biennale di Venezia e al Festival di Cannes; Michele alla ricerca della felicità (1978), film sulla condizione carceraria commissionato e poi censurato dalla Rai. Negli anni sessanta, insieme a Patrizia Vicinelli, frequenta il teatro sperimentale di Aldo Braibanti (che sarà da lui sempre considerato un suo maestro), esperienza testimoniata in opere come "Transfert in Camera verso Virulentia" (1967).
Grifi ha ideato e usato negli anni settanta un particolare vidigrafo, sulla base del Kinescope sviluppato alla fine degli anni venti, in grado di trascrivere su pellicola le riprese fatte sul nastro di una videocassetta creandolo con i pezzi di una moviola comprata a Porta Portese, nonché il macchinario lavanastri per la rigenerazione dello stato fisico dell'emulsione dei nastri analogici e la restituzione su supporto digitale, una struttura specificatamente progettata per restaurare videonastri incisi negli anni sessanta-settanta.